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FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > Lo stoicismo minuzioso nel SILENZIO DEGLI INNOCENTI   
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Autore Lo stoicismo minuzioso nel SILENZIO DEGLI INNOCENTI
gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 05-03-2003 20:27  
Il film IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI è uno degli esempi più concreti di concentrazione della antica filosofia mitologica, ricca di simbolismi.
La maggior parte di noi lo considera un THRILLER ma esaminando più analiticamente il film emergono affascinanti teorie mitologiche al di là delle semplici e classiche interpretazioni Freudiane.
Il film, ha in tutte le sue immagini, tutti gli emblemi dell’individuazione, della rivelazione, della verità.
Il film prescinde dall’estetismo immediato, toccando benefici psicologici di notevole interesse.
Mai un film, anche se puo’ sembrare strano, ha percepito cosi emblematicamente la tragedia greca vicina ad Aristotele, quella di stimolare “terrore e pietà”.
Hopkins afferma che il Dott. Lecter, l’ oggetto dei desideri della Sterling è veramente il demone. Non un demone, ma il DEMONE, nome proprio. La Foster afferma che Sterling è una vera eroina come non c’è mai stata al cinema per in chiave mitologica deve “lottare contro i demoni e conoscere se stessa.”
Jonatan Damm ha buttato nel cesso Freud, Nietzsche e giù di lì..
Sicuramemente esistono desiderio e passione ne Il SILENZIO…, ma come pretesti e non come elementi basilari della forma e della struttura che generalmente sono parti determinanti di un film.
Lecter ha fascino, è il Diavolo col senso di humor.
Non ha senso, come hanno fatto molti critici, poter spiegare in termini psicanalitici l’attrazione del Diavolo quando si tratta solo di un topos della letteratura universale che funziona sempre ad arte.
Chi è Clarice Sterling?
Lo stoico personaggio che non si illude. Lo stoicismo è un tema fondamentale del film.
Quando Lecter cita Marco Aurelio, cita uno dei più grandi filosofi dello stoicismo, scuola che pregava il non attaccamento e la fermezza.
Il livello strutturale ha una narrativa iniziatica che si pone tra le più perfette del cinema. Riferimenti simbolici e mitologici sono inseriti con grande affiatamento alla struttura totale dell’opera. Di conseguenza ,ad una visione globale, emergono gli elementi più classici: il maestro, il discepolo, l’avversario diabolico, le peripezie rivelatrici e purificatrici.
Buffalo è solo un contorno.
BYE!
E voi che ne dite?

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la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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SBRANGO

Reg.: 24 Nov 2002
Messaggi: 459
Da: bologna (BO)
Inviato: 05-03-2003 20:45  
Cio' che piu' mi ha colpito è il ruolo di "guida" che il DOTTORE ha, ed il fatto che diversamente da altri film il personaggio sia sfacciatamente malvagio! Sono d'accordo sulla tua disamina, scusa la stringatezza,ma vado di fretta
_________________
IL LIMITE è SOGGETTIVO

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 05-03-2003 21:07  
Ho avuto la fortuna di leggere sia Red Dragon che Il silenzio degli Innocenti prima di vedere i rispettivi film.
Onestamente non avevo notato tutti questi riferimenti di cui tu parli, anche se leggendo la tua opinione li reputo validi.
Clarice è rappresentata come una ragazza insicura nella vita reale quanto determinata nella sua indagine.
Lecter è quasi una guida per lei.E' questo il paradosso.
Una ragazza che aveva subito traumi infantili e dai quali era sempre sfuggita trova in Lecter lo strumento per crescere.Dapprima è succube della personalità dello psicologo, poi cresce e come la farfalla, come il serial killer matura e vola libera.
Clarice prima di incontrare Lecter è come impigliata nel baco.Ciò la rende sempre più forte ma finchè non ha la possibilità di liberarsi e volare è incompleta.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 05-03-2003 21:32  
quote:
In data 2003-03-05 21:07, gatsby scrive:
Ho avuto la fortuna di leggere sia Red Dragon che Il silenzio degli Innocenti prima di vedere i rispettivi film.
Onestamente non avevo notato tutti questi riferimenti di cui tu parli, anche se leggendo la tua opinione li reputo validi.
Clarice è rappresentata come una ragazza insicura nella vita reale quanto determinata nella sua indagine.
Lecter è quasi una guida per lei.E' questo il paradosso.
Una ragazza che aveva subito traumi infantili e dai quali era sempre sfuggita trova in Lecter lo strumento per crescere.Dapprima è succube della personalità dello psicologo, poi cresce e come la farfalla, come il serial killer matura e vola libera.
Clarice prima di incontrare Lecter è come impigliata nel baco.Ciò la rende sempre più forte ma finchè non ha la possibilità di liberarsi e volare è incompleta.


E certo pure che il Dott. Lecter è affascinante, soprattutto perchè è enigmatico e ambiguo. Ma tra dire che questo fascino è riuscito ad avviluppare Clarice nella rete della passione, ne corre abbastanza. È come la differenza che esiste tra possedere una pistola e commettere un omicidio. Il Dott. Lecter è affascinante, sì, ma Clarice è abbastanza scaltra. Già a partire dalla fase iniziale del loro duello di bramosie, il primo che abbassa gli occhi è Lecter, e non lei ( ho rivisto il film solo per togliermi questo dubbio ); lei continua a essergli superiore anche quando sfida Lecter a conoscere se stesso mentre lui se ne va, irritato; e infine lei non ne esce dal primo appuntamento senza ottenere almeno una parte di ciò che in effetti voleva. Già dal primo round lei vince su Lecter per tre a zero, non cedendo mai nulla. L’unico vantaggio che lei offre a Lecter è soltanto apparente; è uno stratagemma ideato da Jack Crawford per indurre Lecter a collaborare; e la restituzione dei disegni, alla fine, è solo un pretesto per poter ottenere da Lecter un’informazione in più. Appuntamento dopo appuntamento, lei diventa sempre più sicura di sè. ( "So che lui non mi cercherà", dice assicurandolo a una sua amica Ardelia Mapp, nel momento in cui tutta la platea suda per paura che Lecter faccia dell’eroina la sua cena ). E alla fine, sappiamo che Lecter, sebbene dissimulasse e borbottasse, aveva già dato a Clarice tutto il servizio. E' in gamba!
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hitman

Reg.: 22 Ago 2002
Messaggi: 1010
Da: Castiglione delle Stiviere (MN)
Inviato: 05-03-2003 21:54  
quote:
In data 2003-03-05 21:07, gatsby scrive:
Ho avuto la fortuna di leggere sia Red Dragon che Il silenzio degli Innocenti prima di vedere i rispettivi film.
Onestamente non avevo notato tutti questi riferimenti di cui tu parli, anche se leggendo la tua opinione li reputo validi.
Clarice è rappresentata come una ragazza insicura nella vita reale quanto determinata nella sua indagine.
Lecter è quasi una guida per lei.E' questo il paradosso.
Una ragazza che aveva subito traumi infantili e dai quali era sempre sfuggita trova in Lecter lo strumento per crescere.Dapprima è succube della personalità dello psicologo, poi cresce e come la farfalla, come il serial killer matura e vola libera.
Clarice prima di incontrare Lecter è come impigliata nel baco.Ciò la rende sempre più forte ma finchè non ha la possibilità di liberarsi e volare è incompleta.




In effetti la trasposizione cinematografica di Demme risulta essere molto più ricca di significati e di riferimenti rispetto al racconto originale di Thomas Harris.
L'atmosfera che permea il film, purtroppo non è presente nel romanzo da cui è tratto.
Forse è proprio per questo che "Il silenzio degli innocenti" è una delle poche pellicole che ha saputo battere la bellezza del romanzo da cui è tratto.
Il termine Thriller è troppo riduttivo.
Il Silenzio degli innocenti è un trattato di psicologia.
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"Non credo in un destino che si abbatte sugli uomini indipendentemente dalle loro azioni; al contrario, credo in un destino che si abbatte sugli uomini se non agiscono."

G.K. Chesterton

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 05-03-2003 22:18  
Non mi sono fatto capire.
Hannibal nel silenzio degli innocenti è una specie di guida, una sorta di "padre" in senso molto lato.
Solo successivamente, in Hannibal, il rapporto tra i due si pone più su un piano amoroso.
Clarice neanche è uscita dall'accademia quando gli viene chiesto di parlare con la possibile chiave per il ritrovamento di Buffalo.
Il primo dialogo tra i due è negativo.
Clarice vorrebbe ostentare la propria sicurezza, ma viene toccata nel profondo e non riesce a mantenere il confronto collo psicologo.
Il successivo patto che i due stringono porta benefici solo a Clarice che si avvale dell'enigmatico psicologo per conoscere chi è veramente.
Prima la sua sicurezza era solo ostentata, mentre all'interno viveva di incertezze e rifiuti di affrontare la realtà.
In questa situazione può essere paragonata al baco di seta.E' in fase di cambiamento, non sa neanche lei cosa sarà da grande.
Vorrebbe uscire dall'intelatura che le si è formata intorno, ma non ci riesce perchè non sa come fare.
Lecter rappresenta l'aiuto.
Attraverso il confronto con Lecter, Clarice riesci a liberarsi delle proprie paure e volare verso la propria strada.
Clarice ha paura di Lecter perchè Lecter la conosce più di quanto ella stessa si conosce.
E' la stessa paura che ci prende quando qualcuno ci legge nel profondo, rimaniamo affascinati da chi ci capisce, ma ciò non significa che proviamo attrazione.
Clarice riesce a trovare il serial killer proprio perchè come Buffalo ha esaurito la trsformazione.
In ambedue lo strumento è stato lecter, che come un direttore d'orchestra dirige gli strumenti fino all'epilogo.
Questa maestria di Hannibal è confermata anche dall'amore che egli ha per la musica in se e che viene messa in luce nell'inizio di Red Dragon(solo nel film, nel libro quella parte non esiste).
Lui si preoccupa di coordinare, di fare nonostante sia nella classica posizione di non poter fare(sta in carcere).
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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 05-03-2003 22:25  
quote:
In data 2003-03-05 21:54, hitman scrive:
quote:
In data 2003-03-05 21:07, gatsby scrive:
Ho avuto la fortuna di leggere sia Red Dragon che Il silenzio degli Innocenti prima di vedere i rispettivi film.
Onestamente non avevo notato tutti questi riferimenti di cui tu parli, anche se leggendo la tua opinione li reputo validi.
Clarice è rappresentata come una ragazza insicura nella vita reale quanto determinata nella sua indagine.
Lecter è quasi una guida per lei.E' questo il paradosso.
Una ragazza che aveva subito traumi infantili e dai quali era sempre sfuggita trova in Lecter lo strumento per crescere.Dapprima è succube della personalità dello psicologo, poi cresce e come la farfalla, come il serial killer matura e vola libera.
Clarice prima di incontrare Lecter è come impigliata nel baco.Ciò la rende sempre più forte ma finchè non ha la possibilità di liberarsi e volare è incompleta.




In effetti la trasposizione cinematografica di Damme risulta essere molto più ricca di significati e di riferimenti rispetto al racconto originale di Thomas Harris.
L'atmosfera che permea il film, purtroppo non è presente nel romanzo da cui è tratto.
Forse è proprio per questo che "Il silenzio degli innocenti" è una delle poche pellicole che ha saputo battere la bellezza del romanzo da cui è tratto.
Il termine Thriller è troppo riduttivo.
Il Silenzio degli innocenti è un trattato di psicologia.


si... direi di si... ma il film è più un archetipo; esula dai più classici contesti Freudiani, si torna ancora più indietro.Lo Stoicismo, ripeto,e Damme ne fa la chiave del film.
Fin dall’inizio Clarice appare ad allenarsi in un bosco nel retro bottega della sede dell’FBI a Quantico. All’ingresso del bosco, tre cartelli di legno inchiodati sugli alberi esortano il poliziotto principiante a sopportare il dolore, l’agonia e la sofferenza. Un quarto cartello aggiunge al messaggio stoico il comandamento cristiano: Ama. Due gocce di stoicismo in un solo film sono sufficienti?
Si assolutamente si!
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 05-03-2003 22:29  
Questo frangente non me lo ricordavo.
Per fare un'analisi più attenta come richiede la tua osservazione dovrei rivedere il film prestando attenzione ai particolari.

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 05-03-2003 22:37  
quote:
In data 2003-03-05 22:29, gatsby scrive:
Questo frangente non me lo ricordavo.
Per fare un'analisi più attenta come richiede la tua osservazione dovrei rivedere il film prestando attenzione ai particolari.



L'ho visto ieri, non me lo sarei mai ricordato. Ultimamente simbolismi, archetipi e psicanalisi nel cinema sono pane quotidiano per me.Dai uno sguardo al post su Kubrick o su Katy Bates! Comunque riguarda il film è un vero e proprio capolavoro.
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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 05-03-2003 22:45  
Comunque la tua lettura è la più comune. In raltà Clarice non subisce mai, è angosciata, perplessa da altri fantasmi. Clarice è scaltra e riesce persino ad irritare Lecter, il Deminio con Humor.
Lo possiamo definire un film classico e antico!
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
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Da: Roma (RM)
Inviato: 05-03-2003 22:50  
Si ma quei fantasmi vengono alla luce solo grazie a Lecter.
Clarice aveva sempre cercato di fuggire dalla realtà.
comunque lo riguarderò appena potrò
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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 05-03-2003 23:05  
quote:
In data 2003-03-05 22:50, gatsby scrive:
Si ma quei fantasmi vengono alla luce solo grazie a Lecter.
Clarice aveva sempre cercato di fuggire dalla realtà.
comunque lo riguarderò appena potrò


Al contrario, ha sempre lottato per rimanere sulla terra. da qui lo stoicismo!
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superk245

Reg.: 26 Feb 2003
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Da: Agrigento (AG)
Inviato: 06-03-2003 18:20  
quote:
In data 2003-03-05 23:05, gmgregori scrive:
quote:
In data 2003-03-05 22:50, gatsby scrive:
Si ma quei fantasmi vengono alla luce solo grazie a Lecter.
Clarice aveva sempre cercato di fuggire dalla realtà.
comunque lo riguarderò appena potrò


Al contrario, ha sempre lottato per rimanere sulla terra. da qui lo stoicismo!


Vero.
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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
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Da: Milano (MI)
Inviato: 06-03-2003 21:34  
Comunque per meglio capire il senso di questo capolavoro di Damme riporto qualche notizia proprio sullo stoicismo.
I dati sensibili sono dall'uomo unificati (giudicati) attraverso una attività unificatrice, ordinatrice dei dati stessi, cioè la ragione, detta dagli stoici l'egemonico, in quanto appunto attività unificatrice, coordinante, egemonizzante. Sicché per un lato siamo passivi di fronte alle rappresentazioni, dall'altro, poiché ci accorgiamo d'essere passivi, siamo attività; tale in quanto ragione che organizza i dati del conoscere. Le rappresentazioni costituiscono il materiale su cui si fonda la nostra conoscenza: le rappresentazioni si raccolgono e si conservano nella memoria e nel loro insieme costituiscono la sfera della nostra esperienza; propriamente conoscere è mettere in rapporto fra loro queste rappresentazioni così da costruire un "sistema di rappresentazioni comprensive". In questa organizzazione delle impressioni presenti nella memoria, hanno fondamentale importanza le anticipazioni (o prolessi, dal greco prolèpseis) o nozioni comuni (koinài ènnoiai) che sono idee generali, comuni a tutti gli uomini. Le anticipazioni si formano spontaneamente e naturalmente in tutti gli uomini sulla base di esperienze precedenti, comuni a tutti, e servono ad anticipare, a preparare le esperienze future, a organizzare il mondo delle nostre rappresentazioni. Le nozioni comuni non sono dunque indipendenti dall'esperienza come le idee platoniche, ma derivano da questa; tuttavia proprio in quanto comuni a tutti gli uomini, nello sviluppo dello stoicismo si accentuerà il loro carattere di nozioni universali, "fondamenti del sapere". I concetti più generali, quelli che Aristotele chiamava categorie, sono dagli Stoici ridotti a quattro: il soggetto o sostanza, la qualità, il modo d’essere, la relazione. Il concetto più esteso, che essi chiamavano genere sommo, è il concetto di essere che abbraccia tutto, perché ogni cosa, in qualche modo, è. Il concetto meno esteso e più determinato è quello della specie che non ha altra specie sotto di sé, cioè quello dell’individuo, per esempio Socrate. Altri stoici, volendo trovare un concetto anche più esteso di quello di essere, ricorsero al qualcosa (aliquid), che può comprendere anche le cose incorporee o inesistenti.

P.S.: Parte del testo non mia!

_________________
Ponyboy scopre che giudice e udienza sono diversi da come si aspettava, che Darry e Soda provavano sentimenti che non conosceva, e che forse un certo tema non è impossibile da descrivere.

[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 06-03-2003 alle 21:58 ]

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 06-03-2003 21:37  
quote:
In data 2003-03-05 20:45, SBRANGO scrive:
Cio' che piu' mi ha colpito è il ruolo di "guida" che il DOTTORE ha, ed il fatto che diversamente da altri film il personaggio sia sfacciatamente malvagio! Sono d'accordo sulla tua disamina, scusa la stringatezza,ma vado di fretta


Lecter, come Demone è la passività che agisce stimolando la ragione!
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